venerdì 9 novembre 2018

IL VERO PROBLEMA PER L'IMPERATORE

Gli europeisti starnazzano tanto di Europa... più Europa, va bene così, no, basta solo riformarla e amenità varie. Ma sono degli europeisti da cazzetti gino, come si dice a Bologna.

E però anche tra chi vuole la rottura non si è inquadrata bene la questione.

Da più parti non si è capito il nocciolo della questione.

Tra qualche mese con tutta probabilità avremo un parlamento europeo (per quel che conta) e nel giro di qualche anno governi europei in genere meno orientati al globalismo e più aderenti a un rilancio delle questioni nazionali.


Gli euroburocrati sanno quindi che le loro politiche draconiane nate con i trattati di Maastricht e finalizzate con il trattato di Lisbona hanno i mesi contati. Ma allora, finalmente verrà fuori che chi ha bastonato la Grecia e chi sta giocando le ultime carte con l'Italia (badate bene: con l'Italia e non con la Spagna che è venuta fuori con misure per me blande, ma che farebbero rizzare i capelli in testa a ogni élitarista della finanza) è un nano, ossia un polo imperialista a dominanza tedesca che in confronto a quello USA è solo un'anatra zoppa. Ha fatto la voce grossa con i greci, con noi, con i vari PIGS euromediterranei, ha cercato di imporci il piano di dominio europeo che aveva con il Terzo Reich: un'area nord-europea forte e i paesi satelliti, con il marco (oggi euro) che faceva da unità di scambio. Ma è un piano medio-continentale che può condurre solo chi è satrapo di un impero.

La polenta è malmenata, ma è sempre quella sella KRANTE CERMANIA, nonostante che tutti gli altri paesi europei abbiano condonato alla Germania metà dei loro debiti di guerra con l'accordo di Londra del 1953.


Si capirà ulteriormente tra qualche mese quello che è sotto gli occhi di tutti da decenni: che il padrone del vapore sono gli USA.
Ma gli europeisti sono falsi europeisti, perché se fossero stati veramente veri europeisti:

A. non avrebbero accettato il nuovo Terzo Reich supportato dal nucleare francese

B. si sarebbero mossi per costruire un'Europa veramente forte e non un Don Abbondio de coccio in mezzo ai vasi di ferro degli USA e a quelli delle potenze emergenti, Russia e Cina in primis.

E quale sarebbe la vera Europa forte, che poi E' Il TERRORE DEGLI USA, ciò che dà l'imprinting strategico a tutta la politica bellicista della NATO (che non è un consorzio paritario tra paesi membri lo si sa)?

UN'EUROPA CHE PARTE DA LISBONA E FINISCE A VLADIVOSTOCK

Provate a pensarci, quanti e quali mercati in una configurazione euroasiatica che ha tutto: risorse energetiche, materie prime e taglia il pianeta in due.
QUESTO E' IL VERO OGGETTO DEL CONTENDERE, con classi dirigenti europee che dal secondo dopoguerra a oggi, con il grande passaggio della fine del Patto di Varsavia, hanno preferito vivacchiare come vassalli pasciuti massacrando le proprie classi popolari e costruendo un feudo che non rompesse troppo i coglioni all'imperatore. (Uso un linguaggio semplice con metafore storiche anche anacronistiche, ma per farvi capire bene la questione).


Ora, secondo me rischia di diventare fuorviante dare troppo valore a questo vassallo franco-teutonico, soprattutto nel momento in cui il suo feudo vacilla. Diamogli una bella spallata, certo, ma poi occorre capire che la nuova geopolitica del potere classista imperialista non sarà tanto diversa e l'imperatore (ossia la finanza, il capitale multinazionale e le élite che manovrano) non sarà più improntata su un globalismo che non funziona più, ma su una governance di nazioni spesso in lite tra loro. Ma l'imperatore sarà sempre l'imperatore. E la ricetta sarà sempre neoliberista.

Ma c'è un fatto: se l'architettura UE cede, diventando altro, è ragionevole pensare che gli USA AVRANNO TUTTO L'INTERESSE AD ATTACCARE LA RUSSIA PROPRIO IN EUROPA. Del resto con il golpe in Ucraina, nei paesi baltici come dalle parti del Caucaso, si vede che i "missionari della democrazia a stelle e strisce" hanno già messo le mani avanti, tra provocazioni militari per interposte forze, riarmo, esercitazioni NATO ai confini con la Russia. Se poi guardate due cartine politiche dell'Europa, una prima del crollo dell'URSS e paesi del socialismo reale e una dopo vent'anni, non ci mettete molto a capire chi sta attaccando chi.

Tutto questo per i bravi soldatini PD della Merkel in declino è fantapolitica. Lo era anche negli anni trenta e poi s'è visto come è andata. E sulla deterrenza nucleare non ci metterei la mano sul fuoco quando hai a che fare con soggetti che hanno messo in piedi il terrorismo delle false flag come l'ISIS (che tra l'altro viene combattuto dalla Russia e foraggiato dai paesi NATO), e quando la versione ufficiale dell'11 settembre è palesemente FALSA. In che mani siamo?

Anche per chi ha ancora al suo orizzonte la possibilità storica di un socialismo rivisto alla luce dei fallimenti sovietici e di altri socialismi in Asia, una dimensione euromediterranea può essere indubbiamente un passaggio intermedio perché gioca sugli anelli più deboli della catena imperialista, ma la dimensione euroasiatica mi sembra un livello strategico che va assunto sin da ora nella politica rivoluzionaria internazionalista in quanto va a incidere sul piano delle contraddizioni tra potenze imperialiste. Occorre avere una visione più ampia, compagni.


Ecco, questo è il nocciolo della questione.
Meditateci su.

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