domenica 11 novembre 2018

Un'ignobile accozzaglia

Ieri è sceso in piazza a Torino un singolare assembramento di soggetti favorevoli alla TAV. Dal PD a Forza Italia, dalla Lega ai sindacati concertativi, fino ai fascisti di Casapound.

Trentott'anni fa nella città che allora era della FIAT, marciavano quarantamila tra capi reparto, impiegati, quadri, a sancire la fine di un'epoca di lotte operaie aspre e di una resistenza in fabbrica ai processi di ristrutturazione che preludevano poi all'wepoca della precarizzazione, dei subappalti delle delocalizzazioni. Il neoliberismo alle porte con la reaganomics e il tatcherismo.


Allora il PCI non scese in piazza per fare una contromanifestazione: era troppo intento a fare con Giuliano Ferrara i suoi questionari antiterrorismo. Oggi i suoi nipotini piddini erano tutti lì, in piazza Castello, a fare il salto della quaglia. Del resto, dopo anni di governance per conto degli euroburocrati di Bruxelles, dopo aver guidato le peggiori privatizzazioni in tutto il paese, dopo aver smantellato diritti sociali e sul lavoro, quello era il solo posto in cui potevano stare.

Ma c'è una differenza: oggi non finisce nulla. Non finisce la lotta dei NoTav, dei valligiani e di tutte le forze popolari e progressiste che li sostengono. Anzi, la lotta continuerà fino alla vittoria contro l'ennesimo scempio, la madre delle speculazioni con i soldi nostri e le loro cordate.
C'è da notare, che al di là degli schieramenti, antifascismo, anti-lega, anti qui e anti là, le forze della reazione neoliberista all'occorrenza si uniscono. Questo per far capire che le forze dell'antagonismo sociale e dell'antifa militante ci hanno visto giusto nel tener fuori alla manifestazione di Trieste contro Casapound le bandiere del PD.

A buon intenditor...

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