sabato 15 ottobre 2011

CREATIVITA' IN... MOVIMENTO


Sono tanti ormai. Ma sbaglieremmo se pensassimo a questo nuovo movimento contro la dittatura finanziaria di banche, broker e troike (BCE, FMI, ecc.) come a un rendez vous dei movimenti di lotta degli ultimi decenni del secolo scorso.
Rivendicazioni semplici, logiche e registri comunicativi diretti, a volte persino geniali.
Come il manifesto riportato qui sopra, che potete trovare sul sito retedellaconoscenza.it. Un web per altro da manuale: semplice, efficace. Solo forse con un po' troppa scrittura, ma è nella sua funzione primaria, di ragionamento e narrazione di una situazione in progress e che richiede nuove visioni della realtà sociale.

A guardare il panorama deprimente del nostro settore, con adv asfittiche e prive di un qualsivoglia guizzo, consiglierei ai direttori creativi di andare a pescare nuovi copy e art proprio tra questi ragazzi. Ma per lasciare poi creare e dirigere loro. E con lauto stipendio e posizione rigorosamente non precaria.

Della serie: quando la società civile ruba il mestiere ai vecchi volponi.
Promossa a pieni voti.

sabato 1 ottobre 2011

EVASIONE FISCALE? SOLO I PICCOLI!



Nella nuova campagna, di comunicazione istituzionale sull’evasione fiscale commissionata dall’Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia all’agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi (della multinazionale Publicis Groupe), c'è uno spot un po' di parte. Anzi, molto di parte. E' quello del parassita.
Ora, di questo 30" hanno già scritto in tanti: http://www.tpblog.it/iap-inibito-da-spot-parassiti, http://mktgcafe.blogspot.com/2011/08/spot-contro-evasione-fiscale-cosa-ne.html, solo per citare due fonti di esperti di comunicazione.

Io vorrei piuttosto sottolineare la funzione nascosta di questo spot. E parto da una domanda: avete visto che tipo di personaggio ci propone come evasore fiscale?
Potrebbe essere un idraulico, il pizzaiolo di un take away, il gestore di un bagno a Viserba, il meccanico sotto casa. Certo, e proprio un'espressione iconografica e uno stereotipo classico di categorie, quelle del lavoro autonomo, con un elevato tasso di evasione. Categorie che, guarda caso, rappresentano le fasce di reddito medio, medio-basso, quelle partite IVA, che insieme al lavoro dipendente, sono la massa centrale del prelievo fiscale nel nostro paese.
Queste vengono attaccate e criminalizzate dallo spot. Sono i Tore Caputo, i Gigi Fornasin, i Delfo Gualandi, i Lino Brambilla, il vicino di casa maraglio e con la barba incolta, che ci fa pensare a mani sporche di grasso, al registratore di cassa un po' unto, alla tuta con la chiave inglese infilata nel tascone sdrucito. Manca la sigaretta dietro l'orecchio.

Lungi da me il fare una difesa d'ufficio verso chiunque evada le tasse, anche solo per necessità (e sono tanti purtroppo, con il sistema fiscale di merda che abbiamo e l'inesistenza di ammortizzatori sociali e servizi che abbiamo in cambio), però mi sorge una seconda domanda, e concedetemela anche se retorica: ma uno in giacca e cravatta, con l'aria furba e strafottente, un po' bocconiano, manageriale, da barca a Porto Cervo e conto a Montecarlo, con Rolex al polso e fuoriserie alla Tulliani, no?

E' accertato dai più autorevoli fiscalisti ed esperti in economia, che la più grande quota di evasione fiscale riguarda le aziende off-shore, le scatole cinesi, il grande capitale che opera a livello internazionale. E solo in terza battuta arriva lo scontrino di cassa non emesso, la nota a matita dell'elettricista, gli euro a due cifre e buonanotte messi in tasca a lavoro finito. Pratiche micro-criminose e da sanzionare senza pietà.
Ma che arrivano dopo i miliardi di nero fatti dalle grandi imprese con un indotto che ha devastato interi distretti artigianali, vedi le poltrone a Forlì, o il tessile a Prato, Carpi, Biella, dopo i miliardi sporchi delle mafie, che finiscono a imbuto nel mare magnum della finanza "pulita".


Sono queste le vere categorie protette, vero?

Non sarà colpa dell'agenzia ma del cliente con il suo brief a senso unico, tuttavia lo spot lo boccio.