domenica 4 giugno 2017

St Pepper e i canotti delle soubrette


St Pepper Lonely Hearts Club Band compie 50 anni e torna in testa alle classifiche britanniche. Certo, c’è dietro tanto marketing, tuttavia è stridente la differenza tra il rock e il folk di quel periodo e gli scream emessi dagli autori di oggi.
Nell’era della digitalizzazione, la riproducibilità di massa dell’opera d’arte descritta da Walter Benjamin ha colpito anche la musica contemporanea. 

Certo, il vinile aveva il suo fascino, ma il problema non è nei supporti, bensì nel gran la voro che i byte compiono su miliardi di suoni. E non certo per la scopiazzatura sulla settima nota. Se ascoltate i brani di oggi, poco hanno dell’originalità, delle atmosfere, della poesia, dei pezzi dei quatro di Liverpool, ma anche di tanti altri autori, via mettiamoci pure quelli che arrivano a lambire gli anni ’90. Del resto, il duca bianco dove metterlo se no?

Ma David Bowie a parte, Seargent Pepper rappresenta l’ingresso dei Beatles nella produzione musicale al di fuori del tempo, delo spazio e delle mode. Nel rock ma fuori, oltre, altro. Pop, musical, psychedelic freak.

Un’altra cosa, un abisso. Seargent Pepper e gli lp dei gruppi di oggi come Greta Garbo e la Canalis, se vogliamo giocare di metafora. Un po’ come le attrici d’un tempo, senza silicone, seni sodi per natura, labbra turgide e languide e i palloni mammari d’oggidì con i canotti sotto il naso, riproduzione di massa della bellezza artificiale.

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