lunedì 21 febbraio 2011

Buongiorno a tutti! Iniziamo con alcune riflessioni sulla comunicazione etica.

Questo blog vuole essere un laboratorio di analisi della comunicazione aperto a ogni tipo di contributo e confronto.
Lavoro da anni nella comunicazione come copywriter e come director di video e multimediali aziendali.
Ultimamente mi sto dedicando alla comunicazione etico-sociale per il terzo settore, le pubbliche amministrazioni e per un'imprenditoria che ha come core business servizi e prodotti eco-compatibili.

Un diverso modo di produrre e di consumare presuppone, infatti, un diverso modo di comunicare. La pubblicità italiana muove i primi passi in questo ambito ed è importante comprendere il primo vero cambiamento: la comunicazione etico-sociale non parla a consumatori ma a cittadini che devono essere informati.
Ciò non significa confezionare prodotti di comunicazione privi di impatto o di creatività. La scommessa è proprio questa: come creare attenzione, come sorprendere, senza essere i soliti imbonitori.

Un altro aspetto importante è la necessità di comunicare concetti spesso complessi e comunque non immediati. Per fare un esempio: la gente sa che cos'è un capo d'abbigliamento biologico? Per definirlo occorre parlare della sua filiera virtuosa, certificata. Per le merceologie convenzionali basta un'headline e poi non importa parlare di cose che sono già nel sapere comune. Per un prodotto innovativo invece occorre unire sintesi ed efficacia nel far comprendere plus e benefit.

E' in questo scenario non facile che si inserisce la professionalità dei comunicatori specializzati in concept etici.
Se siete delle imprese eco-sostenibili, ponetemi pure delle domande. Possiamo parlarne. Contattatemi.

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