giovedì 4 luglio 2019

"Giudici comunisti di merda. Spariamo a loro" (re-tweet di Salvini)

Il fatto che un ministro degli interni o chi per lui re-tweetti (vedi qui):
"Giudici comunisti di merda. Spariamo a loro" 
è di una gravità senza precedenti. Ma neppure un "errore" di un collaboratore (e non lo credo) è ammissibile. Questo personaggio non è degno e adeguato a ricoprire una carica istituzionale.

Figuriamoci un dicastero così importante come quello del Viminale. Ma peggio: sta diventando un pericolo per l'intero paese. Con la sua campagna elettorale permanente sta fomentando un clima di odio col quale ogni sciacallo da tastiera, squadrista, poliziotto con simpatie fasciste, "normale" cittadino simpatizzante della Lega si sente autorizzato a dire e a fare qualsiasi cosa, pensando di restare impunito perché la "maggioranza" degli italiani, secondo lui, lo appoggia. Questo è esattamente il contesto con il quale nascono i regimi totalitari. Con Salvini agli interni o comunque al governo ci sentiamo tutti più insicuri.

Io per esempio sono comunista e ho una moglie extracomunitaria e non caucasica. Salvini non solo non mi rappresenta, ma è fonte di pericolo politico e sociale e penso che chiunque anche da sinistra conceda anche solo un briciolo di legittimità, anche indiretta, alle politiche e alle logiche di questo individuo, sia a sua volta MIO NEMICO.

In tutto questo dunque, non c'entra la più elementare nozione di sicurezza sociale, nel nome della quale Salvini sta facendo l'opposto, trasformando il paese in un far west. In tutto questo non c'entrano la moneta sovrana, l'Italexit, l'anti-UE, tutte cose con le quali Salvini (oltre tutto) non ha nulla a che vedere.
C'entra invece la convivenza civile, il rispetto dell'altro, della sua pelle, delle sue idee e del suo esprimerle anche con un panno fuori dalla finestra.
C'entra il diritto a lottare per affermare i propri diritti sociali e della persona, che Salvini sta stroncando proseguendo l'opera di Minniti, altro liberticida, ma senza felpa.

Ex compagni, oggi "sovranisti", sostengono che non bisogna lottare contro questo governo, perché altrimenti poi ritorna l'UE. Questa è non solo una stronzata micidiale perché l'UE c'è sempre stata e c'è anche con questo governo, che segue i suoi diktat esattamente come i governi precedenti (vedi l'ultima manovra). Ma rivela la bassezza morale di questi novelli Bombacci che si pongono automaticamente fuori e contro qualsiasi lotta e vertenza che i lavoratori con i sindacati di lotta e di base stanno portando avanti dai campi di pomodori del Sud Italia agli hub della logistica, subendo la repressione poliziesca, della polizia del governo che i "sovranisti" sostengono. Fuori e contro qualsiasi lotta per la democrazia diretta e rappresentativa, contro qualsiasi lotta per i diritti. Costruire un fronte di opposizione e una rappresentanza politica per chi non è rappresentato da nessuno, per i lavoratori sempre più precari, per i giovani senza prospettive, per i pensionati che non arrivano alla seconda settimana non è facile.

Non è facile far comprendere a masse popolari invasate contro un falso nemico: i migranti, che l'UE e il suo alleato USA, in definitiva: il capitalismo neoliberale, sono la fonte di ogni problema, macelleria sociale, nuovi fascismi, tendenza alla guerra. Ma non è certo facendo il verso al nazionalismo o ricascando nella formula di un centro-sinistra servile verso i poteri forti locali, la finanza e le multinazionali, che si può cambiare i rapporti di forza tra classi e avviare un'epoca di giustizia sociale e pace, il socialismo.
Penso che Potere al Popolo abbia scelto il percorso giusto: quello dell'autonomia politica, di una politica che parte dal basso e non si caratterizza per i soliti inciuci elettorali che hanno il solo scopo di tenere in piedi patetici stati maggiori senza eserciti. Non sarà facile, ma certamente cresceremo.

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